E la chiamano estate...


La aspettiamo tutti e da sempre. E' la stagione degli amori, delle lunghe amicizie che si consolidano ma anche delle semplici passioni estive, dei concerti in piazza e dei falò a mare.
Si avvia verso il tramonto (i nostri nonni recitavano in stretto dialetto siciliano "Ferragustu capu d'invennu") una estate che sicuramente ha regalato, sia in termini sociali, politici ed economici, una ventata di "caldo" non solo meteorologico.
Il sottoscritto si è concessa una bella settimana in giro per l'isola più bella del mondo: la Sicilia. Agrigento, Erice, la riserva dello zingaro, e poi Giardini Naxos e la nostra vicinissima Randazzo in provincia di Catania.
Gli opuscoli informativi delle varie agenzie di viaggio potranno propinarci quello che vogliono, da sperdute isole tropicali a centri che pullulano di vita mondana e notturna, ma nulla saprà eguagliare l'incanto in termini anche di semplici odori e paesaggi che riesce a riprodurre la Sicilia.
Ho incontrato anche qualche leghista durante la mia vacanza estiva, e mentre osannava le gesta di quel pseudo politicante che va sotto il nome di Umberto Bossi (consiglio da tempo un pensionamento dato anche il poco gusto estetico con cui si presenta) si accingeva a divorare granite siciliane, arancine sicule, e cannoli "ca ricotta". Molto bene. Viva la coerenza settentrionale marca padana.
Per il resto, gli ultimi sprazzi di estate ci regaleranno forse una ventata di novità (positiva?) che accoglieremo favorevolmente sempre convinti che questa - l'estate - sarà anche la stagione più bella ma anche quella più malinconica ed effimera.

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