Riporto, da montanelliano, un pezzo del maestro che tanto ci manca, in un'epoca di principi che ballano e cantano, tentano di fare spettacoli, in un'Italia "arlecchina" che è l'ombra dei gloriosi anni cinquanta e sessanta. Buona lettura. Nelle famiglie italiane di cultura e tradizione risorgimentale c' erano quasi regolarmente un nonno che, reduce da Curtatone e Montanara o dal «quadrilatero di Villafranca», era tornato a casa da Cavaliere della Corona, e uno zio o prozio repubblicano con la cravatta nera alla Lavallière che teneva figli e nipoti perpetuamente immersi in un bagno di Doveri, tutti con la D maiuscola; che al «Circolo G. Mazzini» votava palla nera contro il socio accusato di qualche sgarro alla fedeltà coniugale (solo qualche sosta della mano, purché furtiva e distratta, sulle «posaderas» della ragazza di cucina - quando, si capisce, c' erano le cucine e le ragazze accettavano di starci - trovava indulgenza). La scomparsa dell' ex re