Il decreto Formigoni-Polverini e il lento declino della democrazia italiana


Un'altra occasione, ghiotta come quella del secondo governo Berlusconi che diede vita, in seguito ad alcune leggi parlamentari, alla nascita dei “Girotondi”, è stata offerta nelle mani della sinistra, la quale, per effetto di questo nuovo decreto è pronta a scendere in piazza.


Bisogna constatare che, il decreto salva liste del Pdl, non rappresenta una pagina di democrazia matura e di condotta tipica di un governo di destra il quale dovrebbe incarnare determinati valori pretesi dal proprio elettorato, mentre si scivola verso una totale soppressione dello Stato di diritto, divenuto ormai carta straccia nei confronti delle esigenze della politica.

Di certo, come tuona Tonino Di Pietro, non possiamo parlare ne di impeachment del presidente della Repubblica Napolitano (possiamo parlare più che altro di codardia o di menefreghismo nel rappresentare il ruolo che gli è stato conferito) ne di morte prematura della democrazia, la quale subisce colpi violenti dal dopoguerra in poi con particolari momenti di tensione nel periodo successivo a Tangentopoli, dove destra e sinistra hanno ricondotto i canali della politica agli abusi di un tempo, lontani dai veri interessi del cittadino.

Le manifestazioni di piazza che seguiranno, nei giorni a venire, saranno solamente la dimostrazione di come la piazza stessa, sia essa di destra o di sinistra, non ha più un valore specifico nel dirottare le scelte della politica, sempre più distaccata dalle leggi che governano la nostra Repubblica e sempre più vicina ai propri interessi ed obbiettivi.

La causa di questi provvedimenti (i quali sono di carattere interpretativo e non innovativo articolati in quattro punti) non è da addebitare solo all’esecutivo il quale non dovrebbe permettersi di regolare una situazione giurisprudenziale la quale non mostra lacune e defezioni, ma al capo dello Stato il quale, rappresentante di una vecchia tradizione di sinistra, non ha fatto nulla per garantire i termini previsti dalla legge.

L’arbitro e garante dei principi che salvaguardano la nostra Costituzione e le nostre leggi è il presidente Napolitano, il quale ha dimostrato grande leggerezza e superficialità su una situazione di serio interesse democratico.

I progressisti, come è solito loro, manipoleranno quest’altro errore del governo per riempire una pagina della loro partecipazione politica sempre scarna di contenuti ed obbiettivi nell’ottica di una acquisizione di dignità politica persa da tempo.

I veri sconfitti in questa situazione sono proprio i cittadini, i quali vedono nei loro rappresentanti parlamentari i primi soggetti che eludono le leggi e da cui proviene spesso la morale fatta ai tanti cittadini i quali disattendono talune norme.

Le manifestazioni di piazza serviranno a poco, il decreto si avvia alla sua attuazione pratica mentre chi pensava al ripristino di rispetto della legalità con questa nuova legislatura parlamentare ne ha di certo ormai perso le speranze.

La fase del bicameralismo (1997-‘98) in realtà non è mai terminata, ma continua ad alimentarsi ancora con uomini di destra e di sinistra pronti a tutto per il raggiungimento dei loro interessi confermando la piena sconfitta del sistema politico italiano.

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