Questione rifiuti in Sicilia: scende in campo il ministro Prestigiacomo


Il “caso Napoli” è di nuovo alle porte. Stavolta ad essere coinvolta in questo brutto pasticciaccio di gaddiana memoria, non è il capoluogo partenopeo ma quello siciliano.
La situazione rifiuti, come spesso evidenziata negli ultimi mesi è al tracollo e secondo una previsione degli addetti ai lavori le discariche potranno contenere rifiuti per un altro anno massimo di vita. Si dibatte quindi sulla questione termovalorizzatori, e proprio su questo spinoso argomento, Silvio Berlusconi rilancia il ministro Prestigiacomo nell’occuparsi della vicenda palermitana che ben presto, se non si provvederà, assumerà connotati partenopei. Afferma il ministro dell’Ambiente: ''bisogna dare vita immediatamente a un piano alternativo. Con meno impianti o piu' piccoli, rispetto alla previsione del 2002. Noi siamo pronti ad aiutare il governo regionale. E disponibili ad assumere la responsabilita' commissariale, che garantisce tempi piu' veloci per decidere e gestire le nuove gare”. Il problema sulla realizzazione dei termovalorizzatori, riguarda principalmente il veto posto dal Pd siciliano, il quale, parte funzionale di questo esecutivo, ribadisce il proprio dissenso a causa di eventuali ingerenze della mafia. Anche il presidente della Regione Lombardo, da tempo, parla di “congrue soluzioni tecnologiche”e di evitare qualsiasi forma di commissariamento sulla questione, concordando con il Pd circa la realizzazione di una raccolta differenziata spinta. A tal proposito Beppe Lumia, senatore ed esponente del Pd siciliano ribadisce in questa maniera il proprio dissenso: "Berlusconi non può commissariare la Sicilia. E la Sicilia non è la Campania. Il gioco è chiaro: si vuole sfruttare la creazione ad arte dell´emergenza rifiuti per riproporre il grande affare dei quattro inceneritori su cui la mafia e certa politica avevano già messo le mani. I quattro inceneritori non sono mai stati la soluzione, ma sono diventati il nuovo problema dentro cui ha buon gioco il sistema di intermediazioni burocratico-clientelari e affaristico-mafiose. La responsabilità del caso rifiuti a Palermo è del suo Sindaco e degli Ato. Strutture, quest´ultime, caratterizzate da sprechi, clientele, inefficienti e infiltrazioni mafiose. Un complessivo sistema affaristico-delinquenziale a cui l'ARS ha posto fine con la sua legge di riforma del comparto rifiuti fortemente voluta dal PD siciliano.” Dall’altro lato, ossia dalle posizioni prese dal governo nazionale, non c’è nessuna alternativa che non veda coinvolto l’uso dei termovalorizzatori di cui spesso ha ribadito l’efficacia il capo della Protezione civile, Guido Bertolaso, prima della sua discesa umana e professionale. Si rischia, in questo caso, e come recita la famosa citazione di Tito Livio, che, “mentre a Roma si discute, Sagunto è espugnata”.
Mirko Tomasino 

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